mercoledì 11 maggio 2016

Errare

Sarò una brutta persona ma frequentare la filosofia mi sta portando non tanto a parteggiare più convintamente per questa o quella parte politica quanto a muovermi criticamente attraverso i concetti, sono diventato politicamente agnostico (qualcuno mi accuserà di indifferenza, non importa). La realtà è di per sé aporetica perché si fonda su un presupposto non evidente quale il libero arbitrio, ovvio che i conti non tornino mai, ottima soluzione sarebbe considerare tutto come necessario e allora sì che i conti tornerebbero, ma abbiamo visto come per il solo fatto di agire non possiamo non dirci liberi. In altre parole, fintanto che ci pensiamo liberi siamo costretti ad errare, obbligati all'aporia, e cioè a vagare senza poggiare mai i piedi su un terreno definitivamente solido, la soluzione c'è, ma diventa impraticabile nel momento stesso in cui si comincia a cercarla: libertà è non verità, verità è non libertà (e infatti le leggi della fisica funzionano a meraviglia perché non hanno la pretesa di dirsi libere).

1 commento:

  1. in una realtà altamente multimodale e multidimensionale, trovare la soluzione ottimale globale è di fatto impossibile, quindi ci si deve accontentare di una soluzione sub-ottimale decente e per trovarla il metodo più conveniente dovrebbe essere di tipo metaeuristico[1], cioè un metodo che contempli anche errori e casualità. Se poi consideriamo che non stiamo cercando la soluzione ottimale a un problema single-objective, ma a uno multi-objective, dobbiamo riconoscere che una soluzione ottimale globale non esiste neppure, ma al meglio possiamo identificare un fronte di Pareto che ci lascia una certa libertà sul compromesso da scegliere.

    [1] Xin-She Yang, Nature-Inspired Metaheuristic Algorithms, Luniver Press, 2010

    RispondiElimina