domenica 26 aprile 2015

Indolenza

Andiamo verso il freddo e non ho niente da mettermi, l'estate appena cominciata è già finita (il fatto è che non avendo niente da dire mi portavo avanti). Nulla da dichiarare sul 25 aprile, massimamente preoccupato per le sorti di Fabio e Mingo, stavo facendo le orecchie a un libro di Ceronetti. C'è quell'umidino tipico delle giornate di primavera quando decidono di regalarti gli ultimi scampoli d'inverno, per strada la gente s'è rimessa i loden. La città è sonnacchiosa, i rumori attutiti, giusto i vicini che litigano di sopra e lo sfrigolio delle ruote sull'asfalto. Una densa coltre lattiginosa avvolge le sommità dei monti, celando alla vista le creste più aguzze. Bianchi i versanti più esposti, di un verde cobalto quelli più a valle (come descrivo bene io la montagna nemmeno Mauro Corona, e tutto a memoria, ad avere voglia potrei descrivervi anche i prahos della Malesia. Au revoir).

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