mercoledì 22 aprile 2015

Divide et impera

Da queste parti siamo talmente avanti che del divorzio breve nemmeno ce ne curiamo, non ne abbiamo bisogno. Non starò qui a raccontarvi il perché e il per come, abbiamo già dato (repetita non iuvant). E sorrido dei poveretti che magari stavano in trepida attesa, di quelli che devono avere sempre una donna, di quelli che devono ancora pagare gli alimenti... per una volta lasciatemi maramaldeggiare: cavoli vostri (la vendetta del fantasma formaggino). Il tutto passa nell'indifferenza generale, tra una partita di champions e un tweet di Salvini sui rom. Solo Famiglia Cristiana alza un grido di dolore*, Adinolfi schiaccia* ma nessuno se ne accorge, gli spalti sono vuoti: dove sono finiti i bei tempi della Controriforma, quando gli spalti erano gremiti e temutissima era la curva degli ultrà? Boh. C'è stato un luogo nel tempo, ne abbiamo testimonianza, in cui di queste cose nemmeno si discuteva, il matrimonio era indissolubile, punto. Il tutto emergeva da una diversa configurazione delle particelle elementari che evidentemente indicava, ma per vie misteriose, priorità di cui oggi si è persa ogni traccia. Eppure anche quegli uomini erano fatti di atomi, sempre gli stessi: da quale voragine dello spaziotempo sono stati inghiottiti i valori non negoziabili, forse dal Triangolo delle Bermude? Ve la do io la risposta: ci vogliono divisi per meglio controllarci (questa la rivendo ai grillini).

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