lunedì 23 marzo 2015

Del moralismo logico

Stavo leggiucchiando la storia della filosofia di Bertrando Russell, non avevo niente da fare. Qualche spunto interessante, perché è sempre utile approcciare la storia della filosofia da diversi punti di vista, ma non vi dico il fastidio che mi prende quando un filosofo, specialmente libertino e libertario come il Bertrand, insiste e si sofferma sulle ricadute etiche di un certo sistema filosofico cercando di annoverarle fra le prove a sfavore. Pare sia una specialità degli inglesi quella di farti la morale. Così ancora a rimbrottare Hegel per il fatto che il suo sistema porterebbe a quella certa compiacenza etica per cui «qualunque cosa sia, è giusta» (e Schopenhauer ha spinto la vecchia giù per le scale, bel buddista che era). Ma chi se ne importa delle conseguenze etiche! Qualunque cosa sia, prima di tutto, è (giusta o sbagliata che sia), poi interviene la sensibilità a formare i giudizi morali ed è un altro paio di maniche (qualcuno si è mai scandalizzato per il fatto che gli atomi non guardano in faccia a nessuno?).

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