domenica 16 novembre 2014

Pensiero n. 1023

Non credo nella ripresa perché vedo questa crisi come uno spostamento epocale della ricchezza, un riassestamento dell'economia mondiale ai danni del vecchio mondo, qualcosa di più di una semplice congiuntura per cui basta un po' di pazienza e di buona volontà per uscirne. Con questo mi metto al riparo da tutti i proclami e dalle piccole speranze come dalle piccole depressioni, resto concentrato sul mio e navigo a vista senza troppo piagnucolare. Ho programmato la mia decrescita senza darne una connotazione etica, la decrescita non è un bene, preferirei arricchirmi, fottermene del metron (metron ariston, dicevano gli antichi, intendendo che la misura è la migliore fra tutte le cose) e darmi alla hybris almeno una volta nella vita (travalicare il mio stato di indigenza). Questi pretini anticapitalisti con il ditino alzato che vanno in giro a predicare sobrietà sono peggio di Equitalia, ti guardano male se compri un Moncler, capaci che ti appioppano pure le oche sulla coscienza.

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