giovedì 30 ottobre 2014

Trittico della fugacità

Serve assai quale aiuto di fronte alla morte e per giungere al disprezzo di quella (e certo è cosa che si può ottenere) coloro che hanno indugiato per lunghi anni, duri a morire.
Ebbene, che cosa hanno avuto in più di quelli che sono trapassati per immatura morte? Diciamola in breve: dove sono andati a finire Cadichiano, Fabio, Giuliano, Lepido, gli altri che fecero il funerale a tutti e poi anche loro furono portati via con un funerale?
Assolutamente piccola cosa è l'intervallo della nostra vita, e pur breve, lo devi riempire con fatiche e travagli attraverso innumerevoli prove, e in compagnia di certa razza di gente! E poi, questo povero corpo nostro!
Non far qui grande conto di quella piccola cosa, piuttosto volgi lo sguardo dietro a te: un abisso di tempi; e davanti, un altro infinito.
E allora, qual è la differenza? Tre giorni? Un'enorme vecchiaia?

(Marco Aurelio)


AMLETO: Orazio, ti prego, dimmi una cosa.
ORAZIO: Che cosa, mio signore?
AMLETO: Credi che Alessandro sottoterra avesse questo aspetto?
ORAZIO: Tale e quale.
AMLETO: E puzzava in questo modo? Puah!
ORAZIO: Certo.
AMLETO: A quali vili servizi possiamo essere destinati, Orazio! Perché la fantasia non potrebbe seguire la nobile polvere di Alessandro e trovar che fa da tappabuchi a una botte?
ORAZIO: Sarebbe una ricerca un po' troppo curiosa.
AMLETO: Neanche per idea. Ma per seguirlo con discrezione, e guidati dalla probabilità: Alessandro morì, Alessandro fu sepolto, Alessandro torna in polvere; polvere è terra, donde ricaviamo creta; e perché, con la creta in cui egli s'è ridotto, non avrebbero tappato un barile di birra?
L'imperiale Cesare, or morto e convertito in argilla, da un buco tiene lontano il vento. Ahi, la creta che tutto l'universo ha atterrito rattoppa un muro e fuga i soffi del maltempo!

(Shakespeare)


Le effimere generazioni degli uomini nascono e scompaiono in rapida successione, e intanto i singoli individui muovono, fra angosce, miseria e dolore, verso l'abbraccio della morte; e si chiedono, instancabilmente, che cosa essi siano, e che cosa voglia dire tutta questa tragica farsa, e si rivolgono al cielo per implorare una risposta. Ma il cielo resta muto. Vengono, invece, i preti con le loro rivelazioni.

(Schopenhauer)

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