sabato 30 agosto 2014

Edipo 2014

 «Ma in quel Maggio del 1960 il Neo-capitalismo era ancora una novità troppo nuova, era il termine di un sapere ancora troppo privilegiato per cambiare il sentimento della realtà»*

Sono contento di aver saltato a piè pari le convulsioni e i contorcimenti psicosociali dei vari Deleuze e Guattari (L'Anti-Edipo, 1972), come tutta la filosofia che dai settanta portò ai novanta attraverso gli anni ottanta, il pensiero debole, la fantasia al potere, il desiderio liberato, tutta quella roba molto francese e solo per derivazione un po' sabauda, quella reazione alla società borghese che solo a nominarla oggi sembra di rivolgersi al neolitico. La rivoluzione antiborghese s'è compiuta nell'attuale dominio dei consumi (se solo fossero possibili!), nell'appagamento del desiderio a buon mercato di modo che ci appaia come il più democratico (nel senso di egualitario), nell'intontimento da gadget tecnologici cui il povero Steve Jobs fu il più venerato tra i profeti (che te ne fai, Steve, del tuo yacht da $100 milioni se poi anche tu sei crepato come conviene ai mortali?). Oggi che l'Edipo ritorna in famiglia con la coda fra le gambe, tutta la vicenda del '68 pare ridotta a una questione di figli che se ne volevano andare fuori di casa (e c'era bisogno di fare tanto casino?). Il desiderio si è liberato, ma si è fatto modesto, il borghese è sparito perché era d'impaccio a quella stessa società di cui era espressione, con buona pace della rivoluzione proletaria. Tutti proletari, dunque, non già per editto marxista ma per destino capitalista, con l'occidente che poco alla volta cede la sua forza a un oriente sempre più occidentale e in mezzo i soliti fedayyn. Altro che liberazione del desiderio! Oggi il clima è da barricate e il desiderio andrebbe riposto al riparo di una scatola.

* Petrolio, P. P. Pasolini.

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