domenica 8 giugno 2014

L'idea fondamentale che muove ancora un discreto numero di persone è che esista una proposta politica più vera delle altre perché conforme a un'idea della realtà più vera delle altre. Senza cadere in eccessi di relativismo (non è relativa infatti la dimensione politica e cioè l'arena all'interno della quale ci si scontra), appare evidente che la proposta politica non può che essere storicamente situata e cioè mutevole al mutare delle condizioni e che "idea vera della realtà" risulti oggi più che mai un concetto inconsistente. Ma questo indebolimento della verità è il frutto di una moda, di un capriccio passeggero, oppure è irreversibile? Quello che si può dire è che l'indebolimento della verità va di pari passo con l'idea che la verità più valida sia quella più utile ed è utile in questo momento darci una qualsiasi spiegazione della crisi economica e sociale (meglio una qualsiasi spiegazione che nessuna spiegazione). Poniamo come vera la cospirazione plutocratica, come se vi fosse una reale intenzione sadica nel banchiere, un piano ben congeniato di sfruttamento ai danni della popolazione civile allo scopo di godersi comodamente lo spettacolo, come se le banche trattenessero i soldi per semplice avarizia e non già in ossequio a certi meccanismi finanziari (l'epopea di Mr. Scrooge), l'epoca della ricchezza peccaminosa e della povertà virtuosa (il povero deve votare ipso facto per il partito della rivolta e se non lo fa è perché è stato subdolamente traviato dai suoi padroni). Per avere una visione d'insieme sarebbe quantomeno utile proporsi di cogliere le sfumature egotistiche dietro la facciata delle intenzioni altruistiche.

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