sabato 28 dicembre 2013

Breve storia delle teorie atomiche: Joseph John Thomson


Uno si domanda: non sarebbe stato più semplice porre l'atomo come l'indivisibile e finita lì? Un lavoro pulito, una teoria elegante. Macché. Esperimenti condotti con il tubo di Crookes, precursore del tubo catodico, dimostrarono l'esistenza di una particolare particella a carica negativa alla quale il fisico irlandese George Johnstone Stoney darà più tardi il nome di elettrone. All'interno del tubo veniva generata una grande differenza di potenziale, la quale creava un flusso di particelle cariche negativamente che andavano a colpire la parete opposta, carica positivamente, eccitandone la fluorescenza. Se fra i due poli veniva posta una qualsiasi figura, che so, una croce di Malta, il suo cono d'ombra veniva proiettato sulla parete. Più o meno cosi:


Non ha dell'incredibile? Sir William Crookes, ideatore dello sbalorditivo marchingegno, era un chimico di rinomata fama, scopritore del Tallio e inventore di un elegantissimo radiometro che porta il suo nome e quello più poetico di "mulino a luce" o "motore solare".


Trattasi essenzialmente di un bulbo in cui si è creato un vuoto parziale e con al centro un'elica messa in condizione di girare liberamente, più la luce attraverserà il bulbo e più l'elica si metterà a girare, posta in pieno sole girerà vorticosamente. Ma anche solo il calore di una mano la metterà in funzione, essendo il calore, al pari della luce, una radiazione elettromagnetica. Meglio della lava lamp.

Attardati in questo lungo preambolo è il momento di introdurre la figura di Joseph John Thomson. Questo eminente fisico capì che il raggio catodico era costituito da un fascio di elettroni (che per tutta la vita continuò cocciutamente a chiamare "corpuscoli"), i quali non erano tanto degli atomi, bensì una loro porzione (la scoperta della prima particella subatomica gli valse il premio Nobel nel 1906). In breve, nel giro di un secolo appena si era già trovato il modo di suddividere l'indivisibile, il vero tramonto degli eterni. Thomson non se la sentì però di procedere oltre nell'opera di demolizione e ideò un modello dell'atomo che a tutt'oggi viene chiamato "modello a panettone", in cui gli elettroni erano immersi nell'atomo come i canditi nell'impasto (Ha! Povero ingenuo...).

Nella prossima puntata: Ernest Rutherford prende a pallettoni i panettoni (non punto più a Ca' Foscari, punto alla scuola Radio Elettra).

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