mercoledì 20 giugno 2012

Altra violentissima crisi appena messo piede dentro la porta di casa, uno smottamento improvviso, siamo sul nono grado della scala Richter, se questa non è la definitiva poco ci manca.

Pfui, uscirne intatti è sempre più faticoso ma intravedo la luce. Non so perché il destino mi ha riservato questo trattamento, cioè di procedere per crisi violente invece che di mutare placidamente, ma credo che domandare il perché al destino sia come sbattere la testa contro il muro sperando di aprire un varco: è inutile e dannoso. Ho inoltre notato che rivolgersi agli dei pregandoli in ginocchio è un po' come parlare alla porta del bagno credendo che dentro ci sia qualcuno. Ordunque, cosa ho imparato da questa ultima scossa: che non mi devo sminuire più del dovuto, magari non ho proprio le qualità che piacciono alla media degli individui, ma tutto sommato le mie non sono poi così malaccio. Sono sensibile, è un danno? Mi portano la nipotina e quando se ne va mi commuovo per la nostalgia, è grave? Cercate l'uomo forte che rutta e si gratta il culo a tavola? De gustibus, io gare di rutti non ne ho mai fatte, ma se serve posso sempre imparare, tutt'al più arriverò ultimo. Insomma, basta darsi addosso, non mi comprendono, sono troppo fine, troppo femmineo e femminile? E vorrà dire che cercherò una donna che guida il camion: la donna camion (cit. Paolo Conte, ecc. ecc.).

2 commenti:

  1. ma lo fai apposta tu, ad isolarti. si nota, sai?

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  2. E' il contrario, io non vorrei isolarmi, è che non mi trovo mai abbastanza a mio agio in mezzo alla gente

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