giovedì 2 febbraio 2012

Il sangue alla Patria


Personalmente non l'ho mai visto il posto fisso, chissà come era noioso, avrei tanto voluto provarlo in ogni caso, almeno per farmi un'idea. Va da sé che mi annoia anche il mio posticino precario, inteso proprio come lavoro in sé, è per quello che ho ripreso a studiare contabilità a un corso serale, hai visto mai che trovo qualcosa di diverso e di meno precario. In ogni caso il vademecum del lavoratore del terzo millennio è il seguente: lavorare il doppio per prendere la metà, se vi adattate al nuovo corso siete già alla metà dell'opera. Il posto mobile in sé non è il problema, il vero problema è che se il posto fisso non esiste più devi quantomeno creare le condizioni per un mercato del lavoro più vivace, e qui casca l'asino, perché se l'economia non cresce il mercato in generale diventa asfittico, non si crea la giusta domanda (attualmente c'è troppo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro, tanto che nel mio settore si accetta di lavorare anche di più ma in cambio di due soldi, e questo non va bene). Monti può benissimo dire che il posto precario è più divertente, perché gioca in un mercato che non conosce mai crisi, quello della politica e dell'alta finanza (e i per i figli sarà lo stesso, essere i figli di Monti è già una dichiarazione implicita di posto fisso o quantomeno di precariato ben pagato, in caso ti mantiene il babbo). Per cui a Monti bisognerebbe solo dirgli una cosa: ma tu che hai fatto la Bocconi e sai tante cose, perché non ci aiuti rilanciando l'economia, per noi e per i nostri, di figli? Io faccio il disegnatore di motivetti, cioè lo sturacessi del comparto tessile comasco, già di per sé in crisi seppur da sempre liberalizzato, se mi liberalizzano i taxi e i farmacisti a me cosa me ne viene, apro una farmacia? E' il costo del lavoro che bisogna colpire, nessuno si prende l'onere di assumere se deve versare all'Inps un'enormità di contributi, tra l'altro per una misera pensione che non si sa nemmeno quando e se verrà erogata, dico bene? Facciamo per una volta che ripartiamo dalle condizioni per il rilancio dell'economia che spettano a voi invece di partire sempre dai sacrifici che spettano a noi, di chi dona le buone intenzioni alla patria ne ho piene le tasche, noi abbiamo già dato, ora tocca a voi.

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